fotografia di Italo Cassa -
Roma (Italia)
10 Dicembre 2010
HAITI – Una carezza tra le macerie
E chi se lo dimenticherà mai Michael che carezza le macerie.
Lavorava per il ministero della difesa americano e, dodici anni fa, nel
corso di una missione si ritrovò ad Haiti. Un colpo di fulmine e
s’innamorò dell’isola e della sua gente, soprattutto dei suoi bambini.
Mollò tutto e da allora vive con la sua nuova famiglia, quella dei
bambini di strada di Port-au-Prince.
Viveva. Le tre case rifugio che era riuscito a metter su per loro in cui
ne vivevano 150 e che facevano da riferimento per altri tremila si sono
sbriciolate sotto i colpi di maglio del terremoto. Ed ora lui accarezza
le macerie di una di esse.
“ Lionel e’ ancora lì sotto. Abbiamo provato a tirarlo fuori, ma non e’
stato possibile. Aveva otto anni, solo otto anni e di sofferenza ne
aveva mangiato già troppe fette. Quando lo avevo incontrato l’anno
scorso, aveva il corpo tutto ferito. La vita di strada e’ dura, ma qui
ad Haiti e’ veramente un inferno. Negli ultimi anni i bambini di strada
sono stati considerati dei nemici pubblici, spazzatura da liquidare ad
ogni costo. Ne sono stati uccisi tantissimi dalla polizia. Si
giustificavano dicendo che erano solo dei criminali. Ma ad otto o dieci
anni cosa volete che possa fare un bambino? No, questo e’ un paese
strano. Adora i suoi piccoli, ma e’ capace di far loro le cose più
orribili”.
In cima alle macerie i piccoli amici di Lionel hanno deposto qualche
fiore e dei fiocchi colorati. Un’altra carezza. E di carezze Lionel e
quelli come lui ne hanno avute sempre molto poche. Le classi dirigenti
haitiane, quel 10 o al massimo 15 per cento che controlla tutto ed
immiserisce il paese facendosi complice degli interessi economici
neocoloniali che da sempre rapinano il paese, con i bambini hanno un
singolare rapporto. I loro studiano nei pochi college locali o nella
vicina Miami. Quelli degli altri, i figli di quell’80 per cento i
esclusi da tutto, invece…Haiti e’ stato il primo luogo al mondo a
definire la schiavitù un crimine e a bandirla. Due secoli fa. Eppure
ancor oggi le famiglie ricche dell’isola prendono i bambini e le bambine
dei poveri e ne fanno dei restaveck, cioè dei piccoli schiavi. Servi,
più che servi, piccoli servi per ogni lavoro e per ogni abuso. E quelli
che vivono per strada sono considerati un’infezione da curare con
fermezza. Veri e propri squadroni della morte hanno ripulito le strade a
colpi di machete e di fucili a pompa.
Michael scuote la testa, mentre la mano continua a sfiorare i detriti. “
Lionel con noi era rinato. Aveva riacquistato il sorriso. Era un bambino
intelligentissimo. Avrebbe potuto essere qualsiasi cosa. Il suo unico
torto era esser nato povero.” Lionel aveva cominciato ad andare a
scuola, un alunno modello. Qui la scuola e’ negata ai figli dei poveri.
Come la sanità. Come tutto ciò che dia dignità e sicurezza ad un essere
umano. O paghi o sei fuori. Quelli del fondo monetario internazionale
anni fa hanno detto che lo stato doveva smetterla di offrire servizi
gratuiti e doveva lasciare spazio ai privati. E così nel paese con gli
indici di analfabetismo più alti del mondo, un’altra fetta di
giovanissimi e’ stata espulsa dal diritto alla formazione.
Ma i poveri si auto organizzano. Piccole e povere scuolette comunitarie
sono sorte in tanti quartieri, ma hanno così tanto poco a
disposizione…comunque ci provano…La povera gente li ama i suoi bambini.
In un campo ho incontrato François. Gestiva un piccolo orfanotrofio, 50
piccolini. La struttura e’ crollata, ma grazie a Dio tutti salvi. Ora
vivono in due tende e François ogni giorno fa loro lezione sotto un
telone retto da quattro pali. “ sono il futuro del nostro paese,
dobbiamo pensare a loro”, mi spiega. Di aiuti anche lui ed i suoi
bambini ne hanno ricevuti pochissimi, quasi zero. Gli ultimi bianchi che
ha incontrato gli hanno offerto diecimila dollari a bambino. “ dicevano
che volevano adottarli, ma se vedevi le loro facce, potevi e dovevi
sospettare ogni orrore. Ora spero in quelli dell’Unicef. Hanno detto che
ci davano una mano. Un mese e mezzo fa. Non sono ancora tornati”.
Intorno a Michael si e’ radunato un folto gruppo di ragazzini, i suoi
ragazzini. “ molti sono tornati per strada, qualcuno sono riuscito a
sistemarlo in qualche tenda. A noi non arrivano aiuti. Finiscono come al
solito ad alcune grosse organizzazioni che dei miei ragazzi però non si
occupano. Ma ce la faremo. Ricostruiremo tutto”. Michael, ma chi te lo
fa fare? Deve leggermi questa terribile domanda negli occhi. Mi sorride.
Ha un sorriso buono Michael. “ i bambini, tutti i bambini, di qualsiasi
colore abbiano la pelle, sono la famiglia dell’umanità’. La nostra
famiglia, la mia famiglia. Li abbandoneresti mai i tuoi bambini?”.
E chi se lo dimenticherà mai Michael che carezza le macerie.
Silvestro Montanaro
Haiti 7 aprile 2010
apri un'altra casella del
calendario dell'avvento
L'AMORE al tempo del COLERA è stato il
tema del Calendario dell'Avvento 2010
sul sito internet
http://www.stellacometa.biz/
Nel calendario dell'Avvento di quest'anno
abbiamo narrato la distanza che c'è tra chi
soffre, e avrebbe
bisogno di un dono, e chi potrebbe
avvicinarsi e donare qualcosa di se.
Il COLERA è
DAPPERTUTTO... e solo l'AMORE potrà
vincerlo!
Il nostro viaggio attraversa, casella per casella di questo particolare
"calendario dell'avvento", le sofferenze nelle situazioni dove ci sono
state guerre, calamità naturali, emigrazioni, emarginazione, mancanza di
pace...
In tutti questi scenari l'amore si è manifestato in una mano che si
porge con semplicità verso l'altro, nell'aiuto, nel restare vicini anche
nel pericolo, nella forza, nella serenità, nella dignità di chi, pur non
avendo nulla, ha più da offrire di chi è pieno di beni materiali.
La Scuola di Pace - Roma
Haiti è da sempre l'isola della libertà e
dell'amore,
e per questo da sempre impoverita e
soggetta ad ingiustizie e violenze.
Dopo il terremoto e i cicloni, ora il Colera.
Il Colera e la Collera non rappresentano però l'anima
del popolo di Haiti,
e il Calendario dell'Avvento 2010 affronta per questo un viaggio molto difficile...
alla
ricerca dell'amore perduto...
per far rinascere lo
spirito del Natale in una umile capanna ad Haiti.
Il Calendario
è collegato al progetto Haiti
Emergency
per portare un AIUTO CONCRETO ai BAMBINI di
HAITI.
aiuta i bambini di Haiti, visita il sito:
www.haitiemergency.org
I Calendari dell'Avvento degli anni passati
Il Calendario dell'Avvento 2009 |
Il Calendario dell'Avvento 2008 |
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associazione di volontariato sociale onlus e attività complementari alla protezione civile
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