foto di Italo Cassa - Roma (Italia)
12
Dicembre 2010
Il diario di Carla Pedenovi maestra elementare di una classe multietnica
a Verona
LA CASA DI GIUSEPPE
Ibtissam, sorridente come il suo nome, tiene in mano un sacchetto. Fuori
le vetrine e le strade mostrano i segni dell'imminente Natale; fuori i
commerci fervono, in classe le riflessioni e le storie di tutto il
mondo. Le diversità emergono: la palestra delle idee e delle parole. "Il
nonno Ismail ti manda questo per metterlo in classe", dice Ibtissam
porgendo il pacchetto. Dentro un presepe che di anni ne ha visti tanti.
La guardiamo e tutti zittiscono. "Voi siete cristiani, noi no, ma vi
regaliamo questo... beh, noi lo chiamiamo la casa di Giuseppe. Lo posso
mettere a posto io?"
QUESTA GLIELA AFFIDIAMO
UN FIORE, un bigliettino, una candela fatta da soli con il vasetto dello
yogurt mangiato insieme il giorno prima. Una tazzina per il caffè. Sono
i regali che spesso sono posati con garbo e discezione sulla cattedra,
frontiera tra il loro mondo e il nostro, luogo dello scambio e della
contaminazione dei mondi. Ci guardiamo negli occhi, ognuno spiega il suo
regalo. La tazzina è un invito a prendere il caffè con la nonna ogni
pomeriggio. Filo dopo filo, il rapporto istituzionale si è trasformato
in fiducia. La nonna è matriarca, anziana e saggia: "Maestra, questa
bambina gliela affidiamo". Momento di panico dietro il sorriso e
l'attesa. "Dovrà fare la maestra come te". Si può dire di no?
CI CHIAMAVANO NEGRI
Finalmente, nonostante le difficoltà di accesso al servizio, si va al
mare con la colonia del Comune. Due settimane di eccitante attesa e
preparazione: i sogni, le ciabatte, i giochi da spiaggia. Due settimane
sono brevi per chi sta al mare, lunghe per le mamme e le maestre che
aspettano a casa il ritorno. Ecco il pullman, le facce sorridenti, i
regali per la mamma. Tutto bello, tutto buono, tanto divertimento. "Ma
io non ci voglio più andare!", afferma con lo sguardo a terra John Koffy.
"Gli altri bambini ci chiamavano sporchi negri". Delle reazioni degli
educatori non se n'è sentito cenno. Le orecchie erano ormai chiuse ad
ogni altra parola.
apri un'altra casella del
calendario dell'avvento
L'AMORE al tempo del COLERA è stato il
tema del Calendario dell'Avvento 2010
sul sito internet
http://www.stellacometa.biz/
Nel calendario dell'Avvento di quest'anno
abbiamo narrato la distanza che c'è tra chi
soffre, e avrebbe
bisogno di un dono, e chi potrebbe
avvicinarsi e donare qualcosa di se.
Il COLERA è
DAPPERTUTTO... e solo l'AMORE potrà
vincerlo!
Il nostro viaggio attraversa, casella per casella di questo particolare
"calendario dell'avvento", le sofferenze nelle situazioni dove ci sono
state guerre, calamità naturali, emigrazioni, emarginazione, mancanza di
pace...
In tutti questi scenari l'amore si è manifestato in una mano che si
porge con semplicità verso l'altro, nell'aiuto, nel restare vicini anche
nel pericolo, nella forza, nella serenità, nella dignità di chi, pur non
avendo nulla, ha più da offrire di chi è pieno di beni materiali.
La Scuola di Pace - Roma
Haiti è da sempre l'isola della libertà e
dell'amore,
e per questo da sempre impoverita e
soggetta ad ingiustizie e violenze.
Dopo il terremoto e i cicloni, ora il Colera.
Il Colera e la Collera non rappresentano però l'anima
del popolo di Haiti,
e il Calendario dell'Avvento 2010 affronta per questo un viaggio molto difficile...
alla
ricerca dell'amore perduto...
per far rinascere lo
spirito del Natale in una umile capanna ad Haiti.
Il Calendario
è collegato al progetto Haiti
Emergency
per portare un AIUTO CONCRETO ai BAMBINI di
HAITI.
aiuta i bambini di Haiti, visita il sito:
www.haitiemergency.org
I Calendari dell'Avvento degli anni passati
Il Calendario dell'Avvento 2009 |
Il Calendario dell'Avvento 2008 |
Il Calendario dell'Avvento 2007
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Il Calendario dell'Avvento 2006
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associazione di volontariato sociale onlus e attività complementari alla protezione civile
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